Daniela Cola / 16 November 2017 / Marchio / 974

 

Il caso TOSCORO
Marchio annullato perché evoca l’indicazione geografica protetta TOSCANO.

Il caso TOSCORO è particolarmente significativo perché ci fa riflettere su una serie di valutazioni che è bene non trascurare prima del deposito di una domanda di registrazione di un marchio per prodotti agroalimentari.
In effetti, la lezione sta nel riporre attenzione su una tutela preventiva fondata su una accurata ricerca di anteriorità che riguardi anche le denominazioni e le indicazioni geografiche protette.

Detto questo, vediamo cosa ha chiarito il Tribunale dell’Unione Europea in relazione al marchio Toscoro registrato nel 2002 come marchio dell’ Unione europea da Roberto Mengozzi, per la ditta francese Ital Passion e la cui validità, nel 2012, è stata contestata dal Consorzio IGP Toscano.

Con la sentenza del 2 febbraio 2017, il Tribunale ha confermato la decisione dell’EUIPO, ribadendo l’esistenza di una somiglianza visiva e fonetica fra i due segni.
Premesso che il marchio Toscoro comprende grassi di olio commestibili, oli d’oliva, funghi in salsa, funghi secchi e caffè e dolci, si conclude per la nullità del marchio in quanto evocante l’indicazione geografica protetta dal Consorzio di produttori di olio extravergine della Toscana.

Si precisa che la somiglianza visiva e fonetica fra i due segni, Toscoro e Toscano, si fonda sia sul comune elemento iniziale (TOSC), sia sull’identico numero di lettere che sulla stessa lettera finale (O).

Da ultimo, nel sottolineare l’importanza della decisione per la tutela del Made in Italy, si conclude evidenziando anche la natura rigorosa della sentenza che non fa sconti ai segni distintivi che, in qualsiasi modo, imitano o comunque evochino le indicazioni geografiche protette.

Daniela Cola